Ragazzi starò fuori qualche giorno, quindi niente recensioni.
Ne ho pronta già qualcuno tra fumetti e film ma aspetto di tornare per pubblicarle.
Qualche anteprima?
Superior, To Rome with love, Wanted, Iron Man 3...
Io un assaggino ve l'ho dato, adesso non abbandonatevi a scene di panico tipo queste...
Nel frattempo nella Terra di Mezzo nei Cinque Regni...
Un po' come Lapo che lancia nuove mode, Jamie decide che appendersi a mo' di collana la propria mano fa tendenza
Non passano cinque minuti dall'inizio della puntata che, in mezzo al bosco, c'è già la prima scazzottata. Jamie il monco da una parte, una dozzina di loschi individui dal pessimo senso dello humor dall'altro.
Quattro secondi netti e Jamie va a fare una seduta di fangoterapia direttamente nella pozzanghera più grossa.
Brienne (con l'acconciatura alla Milva) guarda tutto ciò in silenzio.
La scena cambia e, direttamente dalla Tv italiana,ci viene proposto Platinette senza parrucca. A trovarlo ci è andato Tyrion che cerca consigli neanche lui sa bene su cosa.
Varys è intento a fare un po' di pulizie di primavere "Sai com'è, oltre al mango sono pure allergico alla polvere e agli acari" dice a Tyrion. Un lungo dialogo in cui l'eunuco ci spiega come ha perso gli zebedei. Manco fosse uscito da una favola di Hansen, a privarlo della sua virilità è stato un mago cattivo, ma cattivo cattivo, che parlava con il fuoco e giocava il superenalotto solo il sabato.
Tra chiacchiere inutile e una botta di scopa qui e li, in una cassapanca trovano qualcosa di inaspettato
Mario Merola il mago cattivo cattivo che aveva torturato il povero piccolo Platinette-Varys. Tenuto prigioniero e inscatolato come tonno Nostrono, il nostro amico Varys ci dice che la vendetta ha i suoi tempi e i suoi modi per esistere
Siamo stati abituati a vedere il caro vecchio Ben in tanti modi diversi. Con rosse tutine sgargianti nei panni di Daredevil, nella sgargiante tuta da astronauta di Armageddon, nelle sgargianti e fronzolate tutine medievali di Shakespear in love, nella sgargiante tuta militare da aviatore di Pearl Harbor.
Insomma, dovunque Ben andasse, si metteva una bella e colorata tutina sgargiante ed era un successo.
Fino ad oggi. Perché noi Ben eravamo abituati a vederlo tutto tuta e ruoli drammatici, e mai lo avevamo visto così:
pronto per il concerto dei Bee Gees, insomma
Un Ben Affleck con camicia a fiori dal collo ampio che ricade sulla giacca, ti aspetti che da un momento all'altro ti sorprenda e attacchi in falsetto sulle note di Tragedy.
Ed invece tutto ciò non succede perché il caro Ben, oltre a recitare magnificamente, è pure impegnato a fare da regista al suo stesso film, e voglia di cantare proprio non ne ha.
Ma passiamo al film vero e proprio.
La pellicola è tratta da una toccante, quanto reale, storia ambientata sul finire degli anni '70 in Iran. Di mezzo ci sta la rivoluzione iraniana del 1979 e il Comitato Rivoluzionario guidato dall'Ayatollah Khomeini, si, proprio quello cantato da Battiato in Up patriots to arms.
Anche se questo film ha più rimandi di un musical, non è un musical ma un buon thriller-poliziesco.
La partenza del film è molto buona e la ricostruzione storica ben fatta e coinvolgente.
Appena pochi minuti è c'è subito il primo colpo di scena:
Visto che tutti pensavano che dopo O.C. fosse morto, Tate Donovan compare sulla scena in tutto il suo lustro e splendore per prendersi la parte di uno dei comprimari di Ben Affleck.
Sciorinata in breve, la storia parla di alcuni diplomatici americani (Donovan è uno di questi), tratti in ostaggio dai rivoluzionari iraniani, per cui il governo americano si sbatte e deve cercare di liberare. Qui entra in gioco Ben Affleck, che di professione fa proprio l'esfiltratore (che toccà fà pe' tirà a campà, direte voi) ,dovrà infiltrarsi in Iran durante la rappresaglia civile, rischiare il capocollo e metterli sul primo aereo sicuro verso l'America.
Ti aspetti quel film del fine settimana sparo-ammazzo-trucido-e-salvo-la-bella dai cattivi iraniani con la barba lunga e in tutina verde pure loro (la personale legge del Contrappasso di Affleck regista), in pratica.
E invece no, perché in tutto il film viene sparato UN solo colpo (a un povero cristo che non c'entra niente con la scena).
Proprio per questo il thriller è costruito molto bene. Il sig. Affleck alla regia sa fare bene e nei momenti cruciali non delude. Il supplizio di molti film thriller è che dopo cinquanta minuti diventano degli action assatanati di violenza gratuita e scelte registiche cialtrone.
Qui invece è diverso: l'attenzione viene tenuta sempre alta, senza sfociare in episodi gratuiti di violenza per innalzarne il ritmo.
Dialoghi e battute sono semplici ma curate e non lasciano mai troppo spazio a momenti vuoti e noiosi, la regia, come detto prima, si avvale di buoni tagli d'immagine che rendono il film più dinamico (anche se non vola nemmeno un pugno) di molti altri sullo stesso genere. La storia, se la si pensa come accaduta veramente, tiene col fiato sospeso fino all'ultimo istante.
Insomma, se ha preso 3 premi Oscar un motivo ci sarà.
Il motivo è che il film è :
- pensato bene
- realizzato ancora meglio
- interpretato molto sopra le righe
- inusuale. E' quel film che non sai che esiste, ma dopo che l'hai visto ti rendi conto che ne avevi bisogno
Insomma, consigliato?
CONSIGLIATISSIMO, se non lo avete visto, andate di corsa a vederlo.
Subito.
Il mio personale Oscar non va al film in sé (anche perché ne ha ricevuti già 3 veri, il mio non serve) ma a ciò che il film stesso mi ha ispirato.
Posso dire, senza ombre nel cuore, che Spartacus è la migliore serie che abbia mai visto. Non perché perfetta sotto un determinato punto di vista, ma perché quella che mi ha dato più emozioni, sia negative che positive.
A volte controversa, spesso esagerata, storicamente scontata e recitata male in alcuni punti : questo non basta a far sfigurare una storia incalzante e palpitante e personaggi granitici e leggendari.
Una sfavillante e leggendaria prima serie.
Un fortunato spin-off decretata poi come seconda serie.
Una mediocre terza serie.
Un'esagerata e corroborante quarta serie.
Questo è Spartacus : sangue, violenza (spesso gratuita), battute taglienti, tette (tante), sesso (a iosa) e fomento. Tanto fomento.
Alcune parti sono girate male, è vero, altre sono ripetitive, è vero, altre ancora non hanno senso, è vero.
Tutto vero.
Ma quello che mi ha trasmesso l'intera serie di Spartacus nessun altro serie c'era mai riuscito.
Scrivo questo post per dare un volto umano e mordace ai protagonisti delle quattro stagioni, spero vi strappi qualche risata.
Quindi apriamo le danze e diamo il via ad una grande passerella d'onore per gli attori che l'hanno resa grande.
- Spartacus (Andy Whitfield)
L'unico, vero Spartacus. Se la vita gli avesse concesso di finire la serie, non sarebbe cambiato nulla nella sua carriera, se non qualche episodio in più sulle sue spalle. Con quello sguardo, quelle espressioni, e quella recitazione ruvida e arrabbiata, è già diventato leggenda.
Ciao, Andy e, anche se per poco, grazie di tutto.
miglioramento della risoluzione dello schermo E Ink fino ad una resa di 1440 x 1080 e 265 dpi (praticaente i pixel sono indistinguibili ad occhio nudo, un Retina display degli eReader)
display più grande da 6.8" (simile ad un libro edizione economica)
completa formattazione del testo da parte dell'utente (grandezza dei caratteri, larghezza dei margini e sistemazione dei paragarafi)
fronteilluminato con ConforLight, che non ha bisogno di fonti di luce esterne e non stanca la vista. Tecnologia, peraltro, già in dotazione sul Kobo Glo (e per esperienza personale, una manna dal cielo)
processore da 1 gHz e memoria interna da 4 gb (il migliore in circolazione)
design bello quanto una lancia accuminata in un occhio (potevano spenderci cinque minuti in più sulla ricerca del design)
peso superiore ai due etti, manco fosse una mozzarella di bufala (più peso, minore maneggevolezza purtroppo)
Insomma, questo Kobo Aura HD si preannuncia come un punto di svolta nella tecnologia dei dispositivi di lettura elettronici a grande diffusione di massa (basti pensare al formato che ricorda la fisionomia di un libro cartaceo). Ebbene, non nascondo il mio entusiasmo, che però è accompagnato da un'altra domanda. Va bene il passo avanti tecnologico ed il prezzo quasi abbordabile (si parla di 159 euro) per un ottimo dispositivo, ma quando avverrà una riflessione economica e culturale sul prezzo e la diffusione degli eBook? Ha senso, quindi, pagare un file eBook tredici-quattordici euro come se fosse un prodotto elitario e di nicchia? Quello che servirebbe adesso, più che un passo in avanti sulla tecnologia, sarebbe una profonda riflessione sullo sviluppo e la diffusione editoriale digitale.
Il mix perfetto tra The Island, The Matrix e Indipendence Day
Comincio questa recensione facendo due puntualizzazioni.
Primo, chi scrive questo articolo (e cioè io) sta alla fantascienza come un gatto sta davanti ad una vasca da bagno piena di acqua.
Secondo, chi scrive questo articolo (sempre io) sta a Tom Cruise come Superman sta alla kriptonite.
Bene, fornitavi la giusta chiave di lettura possiamo cominciare.
Questa film è una figata.
Viste le premesse, un film del genere dovrebbe essere per me l'anticristo ma, senza troppe evoluzioni linguistiche o labirintici sillogismi, posso affermare che le due ore di visione mi sono passate come fossero cinque minuti.
Non sto parlando di una pietra miliare nella storia del cinema hollywoodiano, ma questo film scorre parecchio bene.
-"Buongiorno"
-"Buongiorno a lei, signora"
-"Ma che bel giovanotto. Sei nuovo da queste parti, vero?"
-"In effetti..."
-"Come va la vita?"
-"Benone, signora. Fino ad ora non mi ha ancora ammazzato nessuno"
-"Quarantasette!"
-"Sei pure simpatico, che Dio ti benedica figlio mio. Eccomi, sono io. Due etti di mortadella per me, grazie"
-"Con o senza pistacchio?"
-"Pistacchio, pistacchio. Ai pupi piace parecchio"
-"Sono tre etti, che faccio lascio?"
-"Ma si, lasci pure"
-"Aho, 'a maschio, me vieni ad aiutà qui dietro? 'Sto bancale pesa un colpo"
-"Sto servendo, adesso arrivo"
-"Insomma, hai progetti per la giornata?"
-"Bah, nulla di che. Mi hanno proposto una mezza cosa ma non so bene. Sono parecchio indeciso"
-"Di cosa si tratta? Senta, mi aggiunga pure un etto di cotto e 'na mozzarella va', sennò a mio marito chi lo sente?"
-"Renato, fa' er piacere alla signora. Porta su pure le mozzarelle dal frigo"
-"C'ho un amico che vorrebbe fare una gita. In realtà eravamo quattro, poi due sono andati via. Sa com'è la vita, oggi ci sei domani chissà."
-"Capisco bene, pure coi figli non si sa mai. Vanno, vengono e pensano che casa sia un albergo"
-"In effetti ha ragione. Io sono stato sposato, ma figli proprio mai"
-"Beh ti sei perso una bella parte, ragazzo mio"
-"Aho 'a Marcello, ma me la dai 'na mano o no co' 'sto bancale? 'Sto a mette le radici qui sotto!"
-"C'è confusione dentro questo supermercato, oggi. Insomma, dove te ne vai di bello?"
-"Stavo pensando di fare una scappata proprio a Roma, sa com'è, quella mezza cosa di cui le parlavo prima..."
-"Ah, ma fa bene! Bella città, Roma, piena di storia, di gente, di giovani come te!"
-"Senti, 'o sapete che ve dico, che le mozzarelle ve le incollate voi, 'a matti!"
-"Certo che oggi quello non fanno altro che litigare qui dentro. E scusi, ma che va a fare a Roma? Un bel ragazzo come lei andrà sicuramente a caccia di giovani ragazze. Eh, birbone!?"
-"Veramente signora, vado per altri motivi, ho degli impegni"
Insomma la fanno, non la fanno o ne fanno solo un pezzo? E poi che storia è che i creatori sono scappati? Cioè, si sono dati alla fuga manco fossero banditi che assaltano un treno ? (ops, spoiler) Solo perché gli è scaduto il contratto? Embé? In Italia nove copywriter e scenggiatori su 10 lavorano gratis, e questi non possono? Ok, procediamo con calma. Per quanti di voi conoscessero già Hell on Wheels (un pugno di miracolati) è inutile leggere questo breve riassunto che farò. Ci vediamo fra qualche riga. Per gli altri, venite con me: Cullen Bohannon è un satanasso infernale. Ex giubba grigia durante la guerra tra nordisti e sudisti, ex uomo del monte con un ranch tutto suo, ex uomo felice con moglie e figlia, Mr Bohannon è uno a cui rode parecchio l'anima. Dunque, se lo incrociate per strada, fatevi il segno della croce. Seguendo una personale sete di vendetta, si ritrova (appena dopo due puntate) a lavorare da maniscalco in una ferrovia (siamo nel far west, fine '800). E la vendetta, il sangue, la morte e la distruzione? Ci stanno, ci stanno, ma prendono vie diverse (le vie di due sceneggiatori che si sono persi e poi, per aiuto divino e sotto effetto di acidi, sono riusciti a ritrovare la strada della narrazione). Al di la del mio velato senso ironico nel descrivere la storia, Bohannon è un ottimo protagonista interpretato nel migliore dei modi, la storia galleggia bene con l'enfasi necessaria per non affondare e approdare alla seconda stagione. Hell on wheels è un western atipico: come alcuni film di Sergio Leone, non è uno spaghetti-western ma qualcosa di più ricercato. E' la fotografia di un'epoca in costante cambiamento che pone le sue basi su una forte industrializzazione. Protagonisti, a parte quel diavolaccio di Bohannon, un popolo in movimento che cerca stabilità e fortuna in territori ancora inesplorati. Qui si sente vivo il mito della frontiera. Nel suo cammino,Mr. Bohannon incontrerà in quest'ordine : - Elam, il paladino degli ex schiavi di colore americani. Dalla personalità spessa quanto un cotton fioc e dall'espressività di uno scolapasta, ci darà qualche bella soddisfazione solamente alla fine della prima serie (ho cercato di non essere troppo cattivo se penso che questo di mestiere non fa l'attore ma il rapper) - Lily Bell o la bionda fanciulla del West. Moglie di personaggio che muore dopo cinque minuti dall'inizio della prima puntata, e che rimpiange ininterrottamente per circa quattordici-quindici puntate. Tra le sue armi principali, un faccino niente male (tutto il resto è coperto da vestiti usciti direttamente da La casa nella prateria), un senso dell'umorismo che farebbe suicidare Lino Banfi e il continuo e lamentoso struggimento verso il marito morto che fa scappare chiunque ad un chilometro da lei (amanti compresi) - Thomas "Doc" Durant il più grande bastardo capitalista del far west. Meno male che c'è lui, perché il suo personaggio fa di tutto per far si che l'intera serie non cada nell'oblio e venga chiusa prima del tempo. Magistrale interpretazione da parte di un grande attore avvezzo già al grande schermo. - Joseph Black Moon, un indiano convertito al cristianesimo. Nella serie conta meno di una scorreggia finta ma mi ricorda Jackob Black (si, quello di Twilight) e non so perché, ma mi sta simpatico.
Questi sono i personaggi le quali vite ruotano intorno, chi più e chi meno, alla costruzione della ferrovia. Mentre questi quattro disperati cercano di arrivare dall'altra parte degli Usa costruendo rotaie, verranno attaccati dagli indiani, da uno svedese pazzo (ma pazzo veramente), dai sermoni di un reverendo ubriacone e da lotte intestine neri-bianchi e giubbe grigie-giubbe blu. Insomma si spara parecchio, ci si ubriaca parecchio, non manca qualche colpetto di scena qui e lì e non mancano i personaggi simbolo della frontiera americana (pistoleri, predicatori e indiani). Venti puntate in tutto, tra prima e seconda serie, che si lasciano guardare bene, senza troppi sprint ma senza nemmeno troppi ammorbamenti. La regia è curata molto bene e i dialoghi sono (molto spesso) magnifici. E' una serie scritta molto bene, realizzata altrettanto, con una solida regia alle spalle. Gli scenari anche se pochi, sono ben realizzati e non sembra che si siano andati troppo al risparmio (viene prodotta ma mamma AMC). I puristi delle action o delle thriller series potrebbero non gradirla poi molto, ma può essere un buon modo per rivalutare il vecchio mito del far west. Se vi piace il west e i film di Sergio Leone, dovreste dargli un'occhiata. Io mi sono divertito a vederlo. Ma torniamo a noi, a noi tutti. Pure a quelli che la storia la conoscono già. E' finita la seconda stagione e per qualche tempo siamo stati presi dall'ansia di rimanere a bocca asciutta per una terza serie. Capisco che può avere meno ascolti di Braking Bed o Walking Dead, ma lasciarla alla deriva era veramente un peccato. Insomma dopo mille annunci e mille smentite, signore e signori, sembra che la terza serie si farà e vedrà la luce verso la fine del 2013. Purtroppo, questa come molte altre, è stata investita da una serie di giochi di palazzo estranei ai telespettatori. Scaduto il contratto ai primi due sceneggiatori e creatori, Joe e Tony Gayton, la produzione è rimasta in sospeso fino a qualche giorno fa quando AMC ha dato il nuovo annuncio. Jonh Wirth sarà il nuovo showrunner della serie (quello di Terminator: Sarah Connors Chronicles, per intenderci). Insomma dopo qualche tempo di tira e molla, scrivo io che scrivi tu, sembra essere fatta e sul sito (aggiornato 3 giorni fa) ne danno il lieto annuncio. Dunque non ci resta che attendere informazioni più precise da parte di AMC. Intanto, se avete tempo (e lo consiglio a tutti) andatevi a dare un'occhiata al sito, QUI.
Allora, cercherò di essere di breve ed efficace in questa recensione
BAM
BADA-BAM
FSHHHHH
KAZAM
BOOOM
BADA-BOOOOM
ARI-BADA-BOOOOM
ad un certo punto mi pare che Bruce Willis abbia detto una mezza battuta. Giuro, mi sembrava che la sua bocca si muovesse. Non lo so se per dire qualcosa oppure perché mossa dal rinculo del mitra.
E poi:
CRASH
ARI-CRASH
Arriva la topa di turno del film (impossibile l'onomatopeicità)
BADA-CRASH
KA-BOOM
ARI-CRASH-BADA-BOOM
RATTATATARATA
Cadaveri a fiumi, scoppio finale in slow-motion.
La morale: perché Bruce è uno tosto.
Mi sono tenuto volutamente breve nella sintesi. Per dare un'opinione efficace bisogna stare attenti alla trama e alle battute. Quando non vengono trucidate pure loro nelle mille esplosioni.
Il mio personale Oscar va al sole. Si, proprio la nostra stella, quella che ci da luce per tutto l'anno, brucia da cinque miliardi di anni e lo farà per altrettanto tempo. Si, il sole, proprio lui, bravi. Perché, se lo avessi saputo prima, con quel sole mi sarei andato a fare una passeggiata invece che andare al cinema.
Finalmente ho avuto il tempo (e il coraggio) di guardare l'ultima parte della melensa saga di Twilight. Faccio una precisazione : ho letto solamente un libro (Eclipse) e, nel bene o nel male, ho visto tutti i fillm. Tranne l'ultimissimo, appunto. Non ne farò una recensione, poche parole sono più che sufficienti. Vi basti sapere che, alla fine del film, la mia faccia era questa :
Perché:
non bastava che un vampiro mettesse incinta un'umana (nonostante i relativi problemi di vasodilatazione ed erezione dovuti al rigor mortis)
non bastava che dividessero in due l'ultimo film (che a chiamarlo film, Chaplin si rivolterebbe nella tomba)
non bastava che Charlie, oltre alle ripetute e ruspanti figure da contadino alleva polli, si prendesse uno spavento quasi fatale per mano di Jackob (non perché ad inizio film gli fa vedere di cosa è capace, ma perché si spoglia NUDO in mezzo la foresta davanti a lui)
non bastava che a rimetterci la pelle, non è stato l'innocente e inutile cerbiatto, ma il povero leone di montagna (specie ad alto rischio di estinzione)
non bastava che la storia se la fossero dimenticata su un copione che è stato mangiato dal cane di Robert Pattinson
non bastava che l'espressività di Robert Pattinson, dopo aver perduto misteriosamente il copione, fosse unica per tutta la pellicola e sintetizzabile nella battuta (mai espressa):"Ragazzi, fermi tutti per piacere. C'ho una colica"
non bastava che Jasper, in quinta rispetto ad Alice, si prendesse un schiaffo moralizzante GRATUITO al minuto 1:24:04, manco fosse un bambino che ha rubato le caramelle
non bastava che ci togliessero l'unico VERO colpo di scena del finale e ci dicessero "c'hai creduto, faccia di velluto gna gna gna" (vi giuro che se Alice avesse detto gna gna gna, avrebbe avuto più senso)
No, non bastava tutto questo. Ci hanno pure fatto capire che tutto questo potrebbe continuare. Lo capite, santo Dio?! L'arco narrativo, messo in questo modo, è un nulla di fatto. Nulla di quello che è successo ha concluso in modo DEFINITIVO la narrazione (che volendo, poteva fermarsi al film precedente). Quindi c'è da stare in campana e stare attenti. Come disse qualcuno, qualche tempo fa, in merito a certi blockbuster scadenti : "a volte ritornano, non conta quanto siano vecchi, cadenti o muniti di stampelle, ma a volte ritornano"...
Una cosa però mi è piaciuta, devo essere onesto. I titoli di coda finali, musicati e in bianco e nero, in cui sfilano tutti i personaggi della saga. Bello, a dire il vero. Se il film fosse iniziato e finito in quei tre minuti sarebbe stato un capolavoro.
P.s: un grazie sincero va a Leo Ortolani e alla sua capacità comunicativa, io non avrei potuto fare di meglio
-sfiduciato il governo Berlusconi, è stato eletto un governo, che dir si voglia, tecnico super partes -lo stesso governo tecnico, dopo un anno di legittima legiferazione, è stato sfiduciaciato e dunque destituito da quegli stessi partiti, coadiuvati dal Presidente della Repubblica, che fino a quel momento lo avevano tenuto in carica -gli Italiani, divisi da tre solchi paralleli ed opposti, sono stati chiamati alle urne sostanzialmente per un nulla di fatto -il governo legittimato da tali votazioni e spaccato in tre tronconi, non può governare perché destabilizzato dalla legge proporzionale stessa che lo ha eletto -interviene il Presidente della Repubblica stesso per far si che questo governo, con l'aiuto di dieci figure estranee alla politica e certamente non scelte dagli elettori, riesca a funzionare -nonostante tutto, si preannuncia, quasi sicuramente, una nuova chiamata alle urne
Dunque: tralasciando gli aspetti economici, i costi di un'eventuale votazione e i relativi casi statistici di preferenza (servirebbe di nuovo votare se il paese è nettamente tripartito?), mi voglio fermare a pensare chi, in questi due anni abbia governato e diretto l'Italia.
Certamente non gli elettori, che sono stati costretti a subire passivamente governi tecnici e tasse.
A quanto vogliono farci credere, non i partiti che hanno giovato di questo blocco paludoso per perpetrare le loro trame di palazzo.
Non il Presidente certo, anche se ha lasciato diritto di scelta ai partiti dandogli e revocandogli la fiducia.
Dunque chi ha avuto effettivamente in mano tutto questo tempo il Bel Paese? In qualunque stato liberl-democratico (bipartitico come negli USA o GB, o proporzionale) il governo è eletto in funzione di chi vota, non eletto in funzione di chi al potere c'è già. In pratica, da due anni a questa parte, stiamo subendo, per dritto o per rovescio, qualcosa che gli Italiani non hanno mai avuto diritto a scegliersi. Allora di chi è veramente la colpa che sta attanagliando con fame e miseria l'Italia?
Credo fermamente, adesso più che mai alla luce delle ultime notizie (crisi istituzionale,partitica e,la più atroce di tutte, presidenziale), che la costituzionalità e la legittimità dell'attuale governo, teoricamente a scelta democratica e popolare, sia messa a serio repentaglio (a mio parere non ce l'ha più da diverso tempo).
Non parlo di dittatura o di lobby di potere, ma, fatto sta che io, da cittadino, ho smesso di esprimere il mio diritto alla vita democratica già da diverso tempo.
E non mi venissero a pigliare per il culo di nuovo, ancora una volta, con la storia delle elezioni anticipate e di bianchi cavalieri venuti a difenderci.
Quello che mi fa più paura non è più la crisi finanziaria, ma la crisi ideologica e istituzionale in cui siamo sprofondati senza accorgercene. quis custodiet ipsos custodes ?
(questa volta l'immagine è messa alla fine perché
vorrei che la guardiate e lasciate parlare lei, prima di altri)
...e poi alla ricerca di Sergio, di Romolo, di Arturo...
Neanche a farlo apposta ho visto di
nuovo Alla ricerca di Nemo proprio due sere fa. Facevo zapping
svogliato in Tv (ancora più svogliate se pensate che ho solo tre
canali in italiano) quando su Rai 2 ho visto Marlin e Dory che
chiacchieravano con gli squali.
Non vi dico che a momenti avevo le
lacrime agli occhi.
Non mi metto a recensire un film che
credo abbiamo visto pure i sassi. Ottima regia (c'è lo zampino
mefistofelico di Lassater, dietro), ottima sceneggiatura, divini i
dialoghi e fenomenali le battute.
Insomma, una nuova giovinezza Disney in
animotion che ha inaugurato, nel 2003, la nuova generazione Disney
2.0 (pensate agli orribili Toy Story 2 e a Bug's life).
Il mio (scientifico) metro di giudizio è il seguente:
- questo film l'ho visto dieci anni fa e
ridevo come un matto
- l'ho visto dieci anni dopo e ridevo lo stesso
come un matto
Il segreto?
Battute taglienti al ritmo di slang
raffinato (Scorza che fa a Marvin “Su con la vita, beello”), un
ritmo che non lascia mai spazi vuoti e momenti morti (perfino nella
balena Dory mi ha fatto sganasciare) e personaggi talmente coesi tra
loro da risultare orchestrati da opera lirica.
La storia bipartita tra Nemo e la
coppia Marlin&Dory non molla mai neanche per un minuto,
introducendo sempre nuovi spunti e scene comiche (ragazzi, il pesce
matto viola-arancio nell'acquario è geniale).
Insomma, un capolavoro d'animazione.
E quindi?
Quindi questa mattina quando ho acceso
il mio bel Pc(che poi c'avrà la stessa età si e no del primo Nemo) ho letto
in rete un qualcosa che mi ha fatto sorridere al solo pensarci :
l'annuncio del seguito di Alla ricerca di Nemo, probabilmente
chiamato Alla ricerca di Dory.
Io, a questo punto, non vi devo dire
proprio più nulla.
Vi lascio solamente il link (sbrigatevi
a premere QUI) e ad andare a leggervi le notizie così come sono
state rivelate.
Insomma, alla fine ci siamo ritrovati.
Manco fossimo i quattro amici al bar di Gino Paoli.
C'era molta attesa per questa terza
stagione, e la HBO non ha tradito. Complice sicuramente il grande
budget investito e l'aiuto fuoricampo (che mica è tanto fuoricampo)
di Giorgione Martin in persona.
La seconda stagione era finita col
botto: una mandria di Estranei (l'avete visto tutti l'alce, no?) che
marciano verso i Cinque Regni minacciando morte e distruzione.
Questa terza stagione invece inizia con
un ciccione super-size (Sam non me ne volere a male) che corre verso
i Guardiani e che incontra, neanche a farlo apposta, uno zombie (ho
paura che fra un po' gli zombie ce li ritroviamo pure in Un medico i
famiglia).
La stagione ha tutte le carte in regola
per fare bene quanto aveva fatto quella precedente (stendendo un velo
pietoso su ciò che è stato messo in scena durante l'assedio di
Approdo del Re).
Del resto, la narrazione filmica segue
pari passo quella dei libri e, dunque, appare organica e coesa anche
se a volte spezzettata.
Ciò che salta agli occhi, infatti, è
che la suspance dell'episodicità è stata sacrificata a favore di
un'organicità a più ampio respiro della serie stessa. Un po' quello
che NON succede in Walking Dead, in cui un episodio viene costruito
ad hoc per non raccontare nulla ma per tenere (con scarsi risultati)
col fiato sospeso.
Regia e sceneggiatura sono da altissimi
livelli, mentre i dialoghi (ripresi dai libri e curati da Martin
stesso) raggiungono quasi il divino. Gli effetti speciali si
attestano su buoni livelli, così come le ricostruzioni medioevali.
Ampliata e migliorata, invece, la sigla che a parer mio è la
migliore di tutti i tempi (cavolo, se ti entra in testa).
Vorrei poter riflettere in libertà su
alcuni punti:
-perché chiamare una puntata Valar
Dohaeris se di Arya non c'è manco l'ombra?
-il telefilm si è preso una bella
licenza narrativa quando ha mostrato i giganti nel campo di Mance
Rayder. Il primo gigante che mi ricordo sta all'ultimo libro, il
dodicesimo italiano
-fate cambiare espressione a Jon Snow: sembra che gli è morto Spettro
-il colpo di scena finale, se così
vogliamo chiamarlo, nel libro è molto più costruito e ricercato.
Tornerà un personaggio (taccio sull'identità) che viene subito
presentato col suo vero nome e non con lo pseudonimo con cui si
presenta nel libro e che svelerà solamente più tardi. Non si poteva
mostrare in un'altra veste ai milioni di telespettatori della serie
che sapevano già che faccia avesse. Dunque, nella fiction viene
presentato subito e non più avanti come nel libro. Peccato, quello
secondo me è stato uno dei migliori colpi di scena buoni di
tutta la saga (che volete, io a questo personaggio sono affezionato).
-Tyrion (standing ovation ad una
interpretazione da Oscar) dovrebbe essere senza metà del naso, non
come se avesse giocato a ruba-il-gomitolo col proprio gatto
Insomma, squadra che vince non si
cambia, questo è poco ma sicuro. Questa serie rappresenta una buona
via di mezzo tra lo spettatore casuale e quello infervorato (e
pericoloso nello scambio di opinioni).
Telefilm leggero e ben fatto per chi
Martin non sapeva manco dove stesse di casa, scene scritte bene e ben
realizzate per tenere incollato alla schermo chi la storia la conosce
a menadito (e si sta rodendo il fegato perché sa dove andrà a
parare).
Sperando che la serie continui ad
attestarsi su alti livelli, voglio concludere con un personale
appello a Martin a nome di tutto il popolo letterario da lui creato.
Caro Mr. Martin,
noi tutti sappiamo che lei è un
maniaco del perfezionismo e un amante delle cose fatte bene. Non ci
esimiamo a dirle che la serie è bellissima, commovente, avvincente e
so che lei ci tenga tanto a far si che riesca (anche perché sono bei
soldi).
Ma la preghiamo, la scongiuriamo, a
nome di tutti i fan e di tutti i lettori del mondo (e siamo milioni):
lasci perdere la regia, la battitura dei dialoghi e l'aiuto regia
della serie; piuttosto, si metta a scrivere gli ultimi due libri che
le restano.
Se non lo fa, e le assicuro che non è
una minaccia, ci diamo tutti fuoco.
Non ce la facciamo più a vivere col
dubbio se questa saga finirà o meno.