Comincio questa recensione facendo due puntualizzazioni.
Primo, chi scrive questo articolo (e cioè io) sta alla fantascienza come un gatto sta davanti ad una vasca da bagno piena di acqua.
Secondo, chi scrive questo articolo (sempre io) sta a Tom Cruise come Superman sta alla kriptonite.
Bene, fornitavi la giusta chiave di lettura possiamo cominciare.
Questa film è una figata.
Viste le premesse, un film del genere dovrebbe essere per me l'anticristo ma, senza troppe evoluzioni linguistiche o labirintici sillogismi, posso affermare che le due ore di visione mi sono passate come fossero cinque minuti.
Non sto parlando di una pietra miliare nella storia del cinema hollywoodiano, ma questo film scorre parecchio bene.
Anno 2077 e spicci, la Terra è disabitata a seguito di una guerra nucleare contro dei feroci alieni e l'umanità è stata costretta ad espatriare in massa su alcune lune di Saturno. Sulla Terra rimangono solamente degli esuli, degli Sciacalli e, appunto, il nostro protagonista e relativa (bella) consorte.
Il protagonista è Messer Un Milione di dollari di cachet, Sua Maestà Tom Cruise in persona, signore e signori, ma questo credo lo sappiano pure i muri.
Ho detestato alcuni film di Tom Cruise perché troppo trincerati in difesa del proprio personaggio che, spesso, faceva acqua da tutte le parti. Mi riferisco a Jack Reacher o all'ultimo Mission Impossible, per la verità.
Superato questo mio personale scoglio, la pellicola, per l'appunto, è incentrata quasi totalmente su Jack Harper (aspettate prima di dire "vabbè, vacci te al cinema allora")
Di mestiere Jack fa il riparatore di droni, manutentore di alcune piattaforme umane rimaste sulla Terra, ripulitore di detriti spaziali e riciclatore di sostanze abbandonate e utili alle colonie terrestri.
Vabbè, tutto questo per dire che di mestiere fa il netturbino hi-tech (a Roma avremmo detto monnezzaro).
Jack si destreggerà con il suo personale veivolo a repulsione per ambienti sconfinati, deserti, immaginari e (soprattutto) spaccamascella.
Si, perché la visionarietà che c'è in questo film fa veramente venire la pelle d'oca.
Ma torniamo a noi e alla storia.
Insomma Jack girovaga per il mondo tra grattacieli in rovina, astronavi ipertecnologiche e fantascientifiche, droni ipertecnologici e assassini e Sciacalli ipertecnologici e incazzati.
Tutto cambierà drasticamente quando Jack-Tom, ossessionato da sogni sempre più pressanti, dovrà fare i conti con un incontro inaspettato.
La storia tiene, insomma, e tiene parecchio bene.
Il ritmo non è mai blando anche se corre il pericolo (nella prima mezz'ora di visione) che il personaggio solitario (e incazzato pure lui) di Mr. Tom-Jack ingombri la scena con i suoi assoli. Ciò di fatto non succede e, complice una buona seppur minimalista sceneggiatura, il film tiene alta l'attenzione anche quando Jack si ritrova da solo, a vagare per la Terra in motocicletta manco fosse Dannis Hopper de' noantri.
Aspettatevi un paio di colpi di scena abbastanza forti (anche se uno dei due era abbastanza telefonato) dopo la prima ora di visione.
Il film (prodotto da zio Tom proprio) è pensato e realizzato al massimo delle proprie capacità. Il regista è Joseph Kosinski, quello di Tron Legacy, il quale ha puntato tutto alla spettacolarizzazione dei paesaggi e della storia.
Vi dico che, visto in Imax, questo film fa veramente fare i salti dalla poltrona.
Girato con una nuova telecamera Sony a 4k, la nitidezza delle immagini è sbalorditiva e la resa degli effetti grafici mai vista prima.
Pure il faccione di Jack-Tom appare più gradevole visto da vicino, provare per credere.
Oltre alla resa grafica e stilistica, mi preme vedere questo film come la speranza, sancita e realizzata, del perfetto connubio tra film e fumetti (qualche snob direbbe graphic novel).
Perché, dovete sapere, Oblivion era stato pensato originariamente non come film ma come graphic novel (fumetto, per i poveracci). Una volta tanto, Tom-Jack-Tom ha fatto bene a metterci le zampacce e a renderlo un film, consacrando in una prossimità quasi contigua i due universi culturali di cinematografia e fumettologia (ragazzi, prendete come abitudine a parlarne come espressione culturale).
Grazie Mr. Cruise: ora non parliamo più di film che diventa fumetto o di fumetto che diventa film. Qui si parla di una commistione tra le due arti, fuse talmente tra loro da diventare inscindibili.
A parte queste considerazioni visionarie e filosofeggianti, in questo film tre sono le cose che mi sono piaciute veramente tanto, e sono :
i paesaggi, immaginifici e lontani, degni della fantascienza più gloriosa e tradizionale
gli occhiali di Morgan Freeman, usciti direttamente dalla collezione Primavera-Estate di Trussardi
direttamente dalla Danimarca, non imbraccia più uno spadone a due mani, non usa più la cotta Lannister ma spara manco fosse Rambo,signore e signori ecco a voi Nicolaj Coster. Vestito di nero e con in braccio un fucile da precisione, in questo film è rustico parecchio
Insomma, questo è un film che sento di dover consigliare a tutti. Se avete problemi esistenziali con la fantascienza, prendete con le pinze questo mio suggerimento ma sappiate che anche io, prima, ero come voi (scettico, non uno dei Visitors).
Quindi se volete passare una bella serata al cinema ed essere soddisfatti dei soldi del biglietto, andate e fatevelo strappare dal ragazzo del botteghino.
E state attenti che non sia uno Sciacallo...
Il mio personale Oscar in questo caso non può non andare che ad una sola persona ed è, senza ombra di dubbio, Nicolaj Coster.
Anche se così ci piace, e non poco
vicino al (vero) premio Oscar Morgan Freeman ci piace di più
(nella foto non si vede, ma il ragazzo mena con un fucile da cecchino alto quanto lui)
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