"Un consiglio?
Non scusarti mai con nessuno per il tuo aspetto"
C'è chi alla follia ha scritto un elogio, c'è chi ha preso un aereo per oltrepassare le montagne ed andarla a guardare da vicino, c'è chi per comprenderla è impazzito e basta.
Parlo di Joker della coppia di tutto lusso Azzarello - Bermejo.
Un volume che è piaciuto, e parecchio pure.
Stampato in un'ottima edizione dalla RW Lion, è andato a ruba, ristampato, di nuovo volatilizzato, ristampato di nuovo in un altro formato e Dio solo sa se non sia finito un'altra volta.
Insomma ha tutti i requisiti per essere un must nella libreria di chiunque.
Ma vediamolo più di nel dettaglio.
In molti casi, il nome significa garanzia e Joker+Azzarello+Bermejo dovrebbe essere l'assicurazione non plus ultra migliore in circolazione.
Bello, ben fatto, scorrevole, proporzionato e lungo il giusto.
Ma.
Perché un "ma" c'è.
Il mio "ma" è dettato da diversi fattori, primo fra tutti la profondità della narrazione. Joker, come lo conosciamo, è un personaggio di per sé geniale a cui non servono troppe spiegazioni o ricami.
Joker è folle, Joker è la follia.
Non bisogna trovare una spiegazione, è così e basta. Anche Batman ci ha rinunciato. Per questo tiene alta l'attenzione, perché Joker è imprevedibile, dissacrante e spietato.
Di solito.
Io, qui, Joker l'ho visto moscio. A tratti scontato e qualche volta addirittura lucido. E non è il Joker che mi piace.
Purtroppo il tratto grafico ci porta ad un paragone irrinunciabile e cioè quello con il Joker di Nolan. Nel charachetr design Bermejo si è volutamente ispirato al Joker nolaniano, cicatrici sul volto e vestito sgargiante compreso. Per questo mi aspettavo un Joker più maturo, ancora più fuori dagli schemi. Quello che si vede in queste pagine è fin troppo classico, paradossale e fumettistico a volte.
Parlo di Joker della coppia di tutto lusso Azzarello - Bermejo.
Un volume che è piaciuto, e parecchio pure.
Stampato in un'ottima edizione dalla RW Lion, è andato a ruba, ristampato, di nuovo volatilizzato, ristampato di nuovo in un altro formato e Dio solo sa se non sia finito un'altra volta.
Insomma ha tutti i requisiti per essere un must nella libreria di chiunque.
Ma vediamolo più di nel dettaglio.
In molti casi, il nome significa garanzia e Joker+Azzarello+Bermejo dovrebbe essere l'assicurazione non plus ultra migliore in circolazione.
Bello, ben fatto, scorrevole, proporzionato e lungo il giusto.
Ma.
Perché un "ma" c'è.
Il mio "ma" è dettato da diversi fattori, primo fra tutti la profondità della narrazione. Joker, come lo conosciamo, è un personaggio di per sé geniale a cui non servono troppe spiegazioni o ricami.
Joker è folle, Joker è la follia.
Non bisogna trovare una spiegazione, è così e basta. Anche Batman ci ha rinunciato. Per questo tiene alta l'attenzione, perché Joker è imprevedibile, dissacrante e spietato.
Di solito.
Io, qui, Joker l'ho visto moscio. A tratti scontato e qualche volta addirittura lucido. E non è il Joker che mi piace.
Purtroppo il tratto grafico ci porta ad un paragone irrinunciabile e cioè quello con il Joker di Nolan. Nel charachetr design Bermejo si è volutamente ispirato al Joker nolaniano, cicatrici sul volto e vestito sgargiante compreso. Per questo mi aspettavo un Joker più maturo, ancora più fuori dagli schemi. Quello che si vede in queste pagine è fin troppo classico, paradossale e fumettistico a volte.
Non basta la violenza esercitata e mostrata nel suo pieno fervore per dare profondità ad un personaggio. Nei fumetti, ma come nella vita reale, l'essenza è data dalla somma di parole, comportamenti e atteggiamenti. Mi aspettavo un Joker geniale (alla pari di quello cinematografico) e mi sono ritrovato per le mani un Joker visto, rivisto, trito e ritrito.
Il fumetto è valido, sia chiaro. Azzarello non ha fatto nulla di meno che tenere la narrazione su uno standar medio, senza troppi alti ne bassi. Forse mi aspettavo di più da quel genio di 100 bulltes, forse ho il palato troppo ben abituato e le mie aspettative sono al di sopra della media.
Per quanto riguarda Bermejo (e io ho un debole per questo Lee nostrano a cui piace tanto l'Italia) qui fa gli straordinari, e si vede. Tavole magnifiche, inchiostrate sapientemente, si susseguono in un tripudio di tonalità che seguono una scala ben precisa durante la narrazione noir. Indimenticabile la tavola con il primo piano del Joker che si infila la pistola in bocca ed ha un occhio spalancato. Begli effetti siluhette, ottima scelta dei punti luce e dei colori di sfondo. Insomma, un bel prodotto, confezionato ed impacchettato al punto giusto.
Peccato per un Azzarello leggermente sotto tono, che non riesce ad rendere al meglio la suspance dell'imprevedibiltà della follia del Joker. Non spoilero ma faccio un esempio: la scena, apparentemente senza senso, dei sue anziani nel letto. Prevedibile e fuori sincrono con il resto della storia.
Il finale è aperto da un punto di vista dello story telling, chiuso se si vuole dare una spiegazione "clinica" hai comportamenti di Joker e di quelli che hanno a che fare con lui. Una spiegazione, oltre la follia, c'è e ce la racconta Azzarello in un ultimo scatto di reni al foto finish nell'ultima pagina.
Dunque, ricapitolando.
Joker è un buon prodotto e la coppia Azzarello-Bermejo, più che collaudata, funziona come meglio non potrebbe. Ma, sinceramente, da due geni del loro calibro, mi sarei aspettato qualcosina di più.
Ho impiegato parecchio per recuperare un copia di questo volume e non me ne sono affatto pentito. Quello che non capisco, è il perché ci abbia messo così tanto per farlo. Colpa delle poche copie prodotte o del fumetto accolto dai lettori come straripante e miliare ?