11.8.13

The Purge, La Notte del Giudizio - le recensione

- Allora ti ha fatto paura? Ti ha inquietato?
- Sinceramente non lo so, Edgar. A metà film mi sono addormentato...


Sei andato al cinema che la scimmietta ce l'avevi sulla spalla. Avevi visto il trailer, hai letto la trama, e questo futuro distopico esagerato e visionario ti era piaciuto parecchio.
Ti sei messo seduto e hai cominciato a vedere il film. Senza scavare troppo con occhio critico, hai notato che i personaggi erano credibili, gli attori passabili, la regia molto buona e le musiche adatte ad un ambiente dark in cui si fa prima a schiattare che a bere un bicchiere d'acqua.
E allora cosa è andato storto? Perché non stiamo qui ad osannare Il Giorno del Giudizio come un film horro-thriller da tramandare ai posteri?
Il motivo è che a metà film, invece di tenere forte i braccioli della sedia dalla tensione, ti stava scendendo la palpebra. [...]

Cominciamo da quelle cose belle, ma belle tanto, del film per cui varrebbe la pena (in un futuro in cui il cinema è gratis per tutti) andarlo a vedere.
Intanto, il setting. Si parla di un futuro prossimo in cui in un America messa in ginocchio dalla sempre più crescente violenza nelle strade, si è trovato un metodo per contenere tutta questa criminalità gratuita. Una notte per anno, vige la legge del più forte. Tutti i crimini commessi, su tutti gli omicidi, vengono perdonati con lo spuntare del giorno successivo. Seguendo questa legge, gli impulsi più bassi di alcuni individui possono essere appagati donando alla civiltà un anno di pace e prosperità.
Dunque, se ci si pensa bene la trama in sé ha molti risvolti psicologici e filosofici. Dalla violenza che non si può arginare perché insita nell'uomo, alla violenza che si rivolta verso sé stessa fino alla violenza che genera altra violenza.
Ma il mio non è un blog in cui si affrontano temi filosofici e atleticamente passo avanti.
Ma la trama resta veramente so cool.
Passiamo alla regia. Il film è ben fatto. Il regista è James DeMonaco, quello di Paranormal Activity, e in tutta onestà schifo non ci fa. Buoni cambi di piano e prospettiva rendono alcune parti della pellicola quasi un racconto in prima persona. Inoltre, l'intera storia è ambientata dentro un'unica casa e al buio. Fate un po' voi il livello di angoscia che può raggiungere in alcuni momenti.
E poi gli attori, alcuni veramente buoni. Per esempio Tony Oller il pazzo di turno,a dirne una. Espressione da psicopatico, sorriso da psicopatico, movenze da psicopatico. Che se fosse per me, mai aprirei la porta a uno così.

Signora sono del gas, apra che vengo su a controllare la caldaia

Quindi cosa c'è che non è proprio andato?
I colpi di scena telefonati cinque minuti prima, per esempio. Del tipo che prima di qualunque accelerazione narrativa c'era uno incaricato dalla produzione che telefonava a tutti quelli nel cinema per dirgli "Ehi, fai attenzione che quello sta per morire". Se invece uno aveva il telefono spento veniva proprio lui di persona a batterti sulla spalle e a dirti "Non ti spaventare ora: a quello gli stanno per sparare". 
Tenendo conto che in un film thriller-horror i colpi di scena sono l'anima dell'intrattenimento, in questo caso è come se vai allo stadio a vedere l'Italia giocare col Brasile e quelli tirano fuori quattro tavolini e mettono su un torneo di scala quaranta.
In pratica, la delusione si sente.
L'unico VERO colpo di scena è quello che ho avuto io tornato a casa. Provate a digitare Tony Oller (lo psicopatico) su Google Immagini e vi accorgerete che in una vita passata è stato...

Per finire. Mi sento di consigliarvi questo film? No, a meno che il biglietto non ve lo regalino. La storia è interessante sotto il profilo umano della vicenda ma pur sempre marginale in un film in cui il tutto si svolge in una sola casa, con le stesse quattro persone e i cinque colpi di scena citofonati.

L'Oscar di Oz questa volta va ai vicini. Io l'ho sempre detto che i vicini sono infami e questo film mi dà ragione appieno.

Voto finale (per un massimo di cinque tazzine d'oro): due tazzine

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