30.7.13

Under the dome, serie Tv


Poteva essere la serie del millennio, poteva essere il must have per ogni appassionato o neofita, poteva essere la serie che avrebbe convertito i cinematografisti alle serie televisive, poteva essere la serie che avrebbe fatto amare King anche a chi King non lo conosce. E invece no.
L'ha prodotta Spielberg e questo basta.
E pensare che tu c'hai sperato fino alla fine che fosse la serie Prescelta e quindi ti sei dato tempo fino alla fine della seconda puntata che hai visto tutto d'un fiato (perché ne vedi almeno due per capire se quella che vedi è una minchiata colossale  è solamente preda di sceneggiatori ubriachi e/o depressi e/o affetti da analfabetismo).
E invece manco così.
Lo dici a malincuore, con il dolore che sale dal petto e arriva agli occhi sotto forma di lacrime, ma Under the dome non ti ha convinto proprio.
Ritmi scanzonati, tagli in scena fatti un po' alla bene e uallera, una sceneggiaatura che non trasuda suspance e una storia che non aiuta almeno all'inizio (il bello viene dopo, oh sì). Un paio di tostapane e uno scaldabagno nel cast al posto di attori professionisti non aiuta.
Ma allora la buttiamo via ?
No, non ancora almeno.
Perché?
Perché The Dome, il libro di Stephen King da cui è tratto il telefilm (se non lo conoscete siete invitati a darvi tre martellate sul pollice sinistro per punizione autoinflitta e poi andate a leggerlo) è un capolavoro.
Ma non un capolavoro tipo quei libri che dici ah, si carino o ah, si mi è piaciuto.
No.
Se dico capolavoro intendo CAPOLAVORO.
Un libro che quando lo finisci, pure se ha una fine alla statte bono te che la fine mica conta così tanto in un libro, ti ha riempito, ti ha intrattenuto, ti ha fatto riflettere, ti ha sconvolto ed infine ti ha dato un senso.
E non conta se la fine se l'è mangiata il cane del vicino e così un po' tutta stropicciata è difficile da interpretare, ma quello che conta è quello che ha dentro.
E cioè l'arte della vita.
Se dovete leggervi un libro, adesso sapete quale sarà.
Ci ha messo una decina d'anni a tirarne fuori uno così (l'ultimo era stato Desperation nel 1996), ma zio Stephen ce l'ha fatta. Un po' come 22/11/63 che hai letto e ti ha fatto mettere a piangere, e Joyland che stai finendo di leggere e che è riuscito ad inquietarti come Desparation ai suoi tempi.
Ma questa è roba per un altro post.
Insomma, la serie tv di Under the dome è partita in piena mosceria. Ritmo, sceneggiatura e qualche pezzo del cast non sono all'altezza di una storia unica nel suo genere.
Da buttare via, quindi? No. Amo Stephen King e amo le serie televisive quindi tutta la prima stagione me la gusto piano piano, sia mai che alla fine non faccia come i migliori Bordeaux.
Cioè che con il tempo migliorano.

Però, un'altra idea ti è venuta, e il titolo comincia con Il Lato Oscuro della fiction...

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