- Jon, per favore. Ti picchierei se non mi fossi fatto male capovolgendomi dalla sedia negli ultimi tre minuti...
Diciamolo chiaro, a te Wolverine ti attizza un sacco.
E', è stato, e sempre sarà, il tuo supereroe da adulto. Quello che hai scoperto e amato dopo la pubertà, all'occorrenza quello cattivo e violento, che quando avevi dodici anni e leggevi solo l'Uomo Ragno ti metteva un po' paura (e con tutti quei peli sulle braccia ti faceva pure un po' senso).
Dopo sei cresciuto però, e hai tralasciato l'Uomo Ragno per un po' perché ti sentivi grande. Con lo slancio di chi capisce una fava, a quindici anni sei entrato in un tunnel della droga molto particolare: quello in bianco e nero dei manga.
Sei riuscito a debellare questo morbo letale solo dopo aver dilapidato un patrimonio, aver riempito una libreria ricolma quasi a scoppiare e esser passato incolume all'ultimatum di tua madre "in camera o te o i giornaletti".
Allora decidesti di smetterla una volta per tutte (però, come tutte le droghe, ancora oggi ogni tanto ci ricadi ancora) e di passare ad altro: Wolverine, appunto.
Ne esce uno al mese e occupa pure poco spazio, ti ripetevi quando andavi in fumetteria. Tornato a casa allora non ti restava che mettere in atto un piano mellifluo e terribile degno di Loki in persona, il Dio degli inganni.
"Mamma, questo non è per me ma per lui" indicando il tuo piccolo ed innocente fratellino"così impara a leggere più in fretta".
Tacevi sul fatto che a tuo fratello, poco più che ottenario, dei fumetti di Wolverine non fregava una fava e tu cominciavi ad avere sedici anni. Ma vabbè. Nello sviluppare questi piani diabolici sei pure riuscito ad attaccargli il morbo degli X-Men che ancora oggi si porta addosso, ma di questo magari ne parliamo un'altra volta.
Insomma, alla fine della fiera Wolverine è il tuo eroe da adulto e dove compare lui a te brillano gli occhi e viene la sudarella.
Hai amato la trilogia sugli X-Men (in particolare il secondo che ce l'hai nel cuore), hai adorato alla follia Wolverine: le origini commuovendoti pure nel finale, e di X-Men l'inizio manco l'hai preso in considerazione perché se non c'era lui non era un film sui mutanti (la fede non si discute).
Insomma, per me dove c'è Logan c'è casa.
Ma non qui, non in Wolverine:l'immortale che più un film su Wolverine mi è sembrata una puntata del telefilm Scopriamo il Giappone.
Io alzo la mano, chi vuole mi segua [...]
Cronologicamente posto subito la fine del terzo di X-Men e non di Wolverine:le origini, questo film è la continuazione (in)diretta della trilogia mutante. Anche se il film è posizionato seguendo la linea temporale, con gli eventi passati c'azzecca poco o niente se non fosse per il finale finale (quello dopo i titoli di coda). Ma della fine da mani nei capelli ne parliamo dopo, adesso buoni e zitti.
Nella pellicola il Logan che in teoria dovrebbe apparire deluso e svuotato dopo gli eventi della trilogia, sembra piuttosto annoiato. Non è feroce come dovrebbe, non è arrabbiato come dovrebbe.
Fa solo brutti sogni e rischia di tagliarsi ogni volta che si risveglia perché c'ha gli artigli sulle mani e una pessima manicure. Adotta un look grundge e il suo migliore amico è un grizzly da trecento chili pari pari.
Questo è l'inizio, il continuo è pure peggio.
Una volta che il plot principale parte, Wolvie si lascia trasportare dagli eventi senza mai esserne veramente partecipe, e con la scusa (visto che è pur sempre un film su Wolverine) dà qualche artigliata qua e là e ammazza qualche giapponese cattivo qui e lì. Non si vede una goccia di sangue manco con il microscopio di Janseen. Tutti muoiono, tutti si fanno male, ma nessuno sanguina tranne Wolverine che è appunto immortale e non muore. Bella roba.
Insomma, storia povera di contenuti per di più kids-friendly (e ricordiamo che Wolverine è uno violento ma vabbè). Compare Mariko che è bona, compare Yukio che è un cesso a pedali, compare una mutante che in molti conoscono e il film brulica di ninja. Stop, fine dei personaggi.
Ah si, è c'è pure Wolverine che ammazza la gente, giusto.
Yukio, 'nu bello cess'
Mariko, attrice e modella giapponese (e si vede)
La sceneggiatura è semplice e lineare, senza picchi di suspance o rivelazioni a colpi di scena. E' un grande mix di cliché giapponesi che vengono accompagnati puntualmente da spiegoni stucchevoli ed inutili (tipo la discussione che rimarca la velocità dei treni giapponesi).
Sarebbe stato niente male se fosse stato un documentario "Da nord a sud, alla scoperta del Giappone".
Gli unici colpi
Dai, la faccio breve e tiro le conclusioni.
Questo film può essere sintetizzato con un solo aggettivo e cioè NOIOSO.
Non raggiunge la sufficienza in nessun campo e non consiglierei a nessuno di andare a spendere i soldi del biglietto se non fosse per (e qui torniamo a quello che vi ho detto prima) il finale finale.
Si, c'hai provato fino all'ultimo ma questa non te la potevi tenere dentro. Non puoi giudicare due ore di film per tre minuti di anticipazioni sul prossimo film, ed infatti non lo farò. Non vi anticipo niente, giuro, ma dovete sapere che negli ultimi tre minuti, ambientati dopo due anni dalla fine, succede qualcosa che farà uscire la schiuma alla bocca ai fan degli X-Men.
Un colpo di scena che fa venire un colpo a chi guarda per ciò che introduce. Fan dell'X-Universo, siete stati avvertiti.
Certo, tu in un'ottica pienamente obiettiva ti sei ripetuto che non può influenzare il tuo giudizio super partes e acritico e bla bla bla...però ammazza che botta.
Valutazione (cinque tazzine massimo): due scarse (zero per il film, due solo perché c'è Wolverine)
L'Oscar del Cafè di Oz in questo caso non fa a nessuno in particolare. Va agli ultimi tre minuti di film che mi hanno fatto ribaltare dalla sedia. Se dovessi spiegare il perché, perderete quel minimo di appeal che questo film ha ancora.
E verreste a cercarmi sotto casa per linciarmi, sicuro.
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