Questo è il prodotto durante la lunga chiacchierata con
Alberto Ponticelli avuta a Paris Manga 2013
C'è che tu questo post lo stai scrivendo con la morte nel cuore, con un dolore quasi shakespiriano che ti pungola ogni volta che vedi scritto in giro per la rete: LUCCA.
C'è che a te fa male perché quest'anno tu non ci sarai, no.
Dopo quasi dieci anni di cieca e fedele militanza, quest'anno devi appendere lo zaino portafumetti e il vestito da cosplayer al chiodo.
Il motivo è presto detto: è ora che cominci a prendere sul serio quella cosa che in tanti cercano ma che nessuno trova, e cioè il LAVORO. Sai com'è, visto che l'anagrafe non mente e cominci ad aver passato da un po' i 27 anni.
Così, che fai se per trasferta lavorativa te ne devi andare all'estero per un po' di tempo?
Lasci perdere quelle tue passioni forse puerili, forse derivanti da qualche trauma adolescenziale, forse sorpassate, ma che, non sai ancora per quale motivo, fanno sempre parte di te?
Ma vattelapesca, nossignore per nulla, no.
Pure se stai all'estero, per fiere di fumetti continui a girare, adoperandoti in quella cieca militanza che ti ha cresciuto, e con la scusa esporti pure un po' di orgoglio patriottico.
Poi succede che in questo tuo mesto peregrinare, ti imbatti in disegnatori italiani che conosci e con cui magari ci scambi due chiacchiere. Pure perché sei l'unico che hanno incontrato in due giorni a parlare la loro stessa lingua, oh. Due chiacchiere che diventano quasi un'ora tipo di quelle passate davanti ad un caffè. Ma due chiacchiere tra italiani sono pur sempre due chiacchiere.
E buona parte del discussione che avete avuto nasce da una sua domanda: "Cosa vuoi che ti faccia?". E' non è una proposta sconcia, ma solo la proposta cronica, quasi imparata a memoria, di un povero disegnatore assalito da orde di fan inferociti che vogliono un suo bozzetto. O quello, o la sua testa. Che tanto, incorniciati vicino allo scaffale dei fumetti ci stanno bene tutti e due . E spesso il disegnatore, temendo per la propria vita, asseconda i desideri di questi turpi individui andando anche contro sé stesso. Per quale motivo?
Ecco i 5 motivi per i quali è bene non chiedere mai nessun soggetto specifico al tuo designatore preferito in loco fiera
1.
Il disegnatore non è una stampante.
Nel senso che dopo una giornata passata a disegnare i soliti tre personaggi, succede che ad un punto si sarà pure rotto i marroni. E se poi comincia a fare disegni che fanno schifo, vi urla contro e vi minaccia la madre, non lo fa perché cattivo ma perché solo frustrato.
2.
Il disegnatore è un artista, parte I.
Il disegnatore, prima di essere un burattino che tenta di salvarsi la vita dalle orde di nerd, è un artista. E in quanto tale disegna e crea in base alla propria ispirazione. Nel senso che se gli chiedete Frodo che scala Monte Fato mentre Iron Man plana su di loro e Batman li aspetta sul cucuzzolo, non pretendete che lo faccia con troppo desiderio. Soprattutto se, per esempio, lui in vita sua ha sempre e solo disegnato Tex. O le Winx, che ne so
3.
Il disegnatore è un artista, parte II.
Il disegnatore, prima di essere l'uomo sfiancato e con la sindrome del tunnel carpale, è un uomo che ha ideato e realizzato alcuni dei suoi personaggi. Ciò significa che, seppur a voi quei personaggi vi fanno salire il sangue agli occhi, magari a lui piacciono tanto, e visto che nessuno glie li chiede mai, se lasciato a briglia sciolta magari sente l'ispirazione proprio in quel momento e li realizza al massimo delle sue possibilità. Magari pure se sta a fine giornata, se deve andare via dopo cinque minuti o se sta per svenire a causa dei dolori artritici alle dita.
4.
Il disegnatore ha delle preferenze personali. Fai attenzione a chi chiedi.
Il disegnatore, come qualunque uomo sulla terra, ha delle preferenze e dei gusti arbitrariamente personali e spesso non condivisibili. Dunque, quando gli chiedi di disegnarti Iron Man a cavacecio su Ombromanto mentre salutano Goku sulla nuvola Speedy/Kinto, non ti lamentare se poi ti disegna due omini stilizzati che assomigliano a quelli che attraversano le strisce pedonali sui cartelli.
Magari a lui i fumetti americani, quelli giapponesi e la letteratura fantasy fanno schifo e ha la passione per quelli fiamminghi. Che ne puoi sapere.
5.
Il disegnatore è una specie in via di estinzione. Proteggilo.
Di disegnatori italiani bravi ce ne sono veramente pochi. Di disegnatori italiani di grande successo internazionale invece, quasi nessuno. Quindi quando ce li hai davanti, cerca di non asfissiarli troppo e lasciagli lo spazio per fare il loro lavoro. Sicuramente ne sanno una più di te.
Se poi vuoi rompergli volontariamente le balle, chiedergli soggetti impossibili, ambientazioni grandi come la Cappella Sistina, fai pure. Viviamo in un paese democratico ed è lecito domandare.
Se poi dopo due ore di fila, innumerevoli bestemmie e innumerevoli conversazioni di circostanza con altri stronzi in fila come te, ti ritrovi sul foglio un Mio Mini Pony che ti dice "Mo' levate dai coglioni", ricorda che io te lo avevo detto.