"E dopo le tenebre e l'invasione delle cavallette, per punire l'Egitto Dio decise di inviare la più temibile delle piaghe:
gli acquisti in-app".
Parlare di Pants vs. Zombies per Apple è come parlare di Metal Gear su PsOne, Super Mario pedi per Nintendo o Zelda per Game Boy.
E cioè uno di quei giochi che una volta che inizi no puoi finire se quel gioco non lo hai proprio finito tutto, ma tutto tutto. Finché non hai preso la figurina dell'ultimo zombie che si sblocca automaticamente solo alla cinquantesima ora di gioco. Su un cellulare, faccio presente.
Ecco, questa è l'essenza di questo gioco.
Un tower defense geniale che cominci, e da cui non ti staccano via neanche con un piede di porco.
Nuova grafica, un miliardo di nuove piante, un fantastiliardo di nuovi potenziamenti e un gioco più variegato che mai. Tantissimi zombie tutti diversi e per tutti i gusti. Vi piacciono le mummie? Avrete degli zombie vestiti da faraoni. Vi piacciono i cowboy? Avrete degli zombie vestiti da pistoleri. Vi piacciono le donne? Beh, quelle le potete cercare su qualche sito che conoscete voi.
Ma...
Perché il perfido MA c'è, e si sente (fortunatamente solo a tratti).
Ed è l'undicesima piaga d'Egitto, subito dopo le vene varicose e Silvio Berlusconi: parlo degli acquisti in-app.
Non sono fondamentali come un bel muro di patate davanti alle sparasemi, ma i potenziamenti acquistabili aiutano parecchio durante lo svolgimento del gioco.
Ma il punto non è questo: il problema sta nell'essenza del gioco.
Mettere gratis un gioco per poi succhiarti il sangue a suon di soldi veri è un po' un "entra bello, che è gratis. L'uscita la paghi cinquanta euro ma non ti preoccupare". Robe così, insomma, che uno si aspetta da Gameloft e basta.
A Plants vs Zombies ci puoi giocare pure senza spendere due soldi ma alcune piante (tra cui alcune famose come la Sparasemi glaciale) non sono acquistabili se non sborsando fior di zecchini. Che con tipo tre euro uno la pianta se la compra davvero e se la mette fuori al balcone caso mai arrivasse davvero qualche zombie.
Un po' claudicante e sintatticamente discutibile, la risposta di Allen Murray, Ceo di PopCap: "Francamente, è stato qualcosa per cui la squadra ha davvero lottato: come lo facciamo nel modo giusto? Stiamo solo cercando di trovare un buon equilibrio. Vogliamo che la gente possa godere del gioco", che sembra piuttosto "più gente ci gioca e più possibilità ci sono che i figli svuotino le carte di credito dei genitori senza che essi se ne accorgano".
Per farla finita.
Se avete giocato al primo Plants vs. Zombies questo dovete scaricarlo per forza, è un obbligo morale.
Se invece non avete giocato al primo, chiedete perdono durante la remissione dei peccati, poi lo andate a scaricare, ci giocate, lo finite e scaricate subito il secondo.
E tutta quella storia degli acquisti in-app?
State sempre a guardare il capello pure quando si parla di capolavori...
Meno male che Edgar ha le mani di peluche, fa fatica con il touchscreen e si stufa subito.
Abbiamo dovuto stabilire pure i turni per giocarci...